All'indomani della Palma d'oro per 'Un Simple Accident', una voce potente si affianca a quella di Jafar Panahi per esaltare l'importanza, anche politica, di un'opera che ha colpito profondamente la giuria di Cannes come rivelato ieri sera dalla presidente ...
All'indomani della Palma d'oro per
'Un Simple Accident',una voce potente si affianca a quella di
Jafar Panahi per esaltare l'importanza,anche politica,di
un'opera che ha colpito profondamente la giuria di Cannes come
rivelato ieri sera dalla presidente Juliette Binoche. Oggi a
parlare è infatti Mohammad Rasoulof che,proprio un anno fa,era
arrivato rocambolescamente al festival dopo aver ricevuto una
condanna a otto anni di detenzione in Iran da cui era fuggito
clandestinamente con il suo film 'Il seme del fico sacro',poi
riconosciuto sulla Croisette con il Premio speciale della Giuria
e la candidatura all'Oscar.
"Questa vittoria - scrive oggi Rasoulof,che adesso vive in
Germania,in una dichiarazione congiunta rilasciata con i
produttori Kaveh Farnam e Farzad Pak dell'Associazione iraniana
dei registi indipendenti (Iifma) - è un colpo inaspettato e
potente alla macchina della repressione nella Repubblica
Islamica".
Se nei commenti rilasciati ieri a caldo dopo la vittoria
Jafar Panahi aveva soprattutto posto l'accento sul tema della
speranza e del perdono che animano i protagonisti di 'Un Simple
Accident',oggi appare chiaro al suo collega e amico Rasoulof
che il film è anche un esplicito atto d'accusa contro i
torturatori iraniani e la libertà conculcata in Iran. Ciò
nonostante,Panahi ha subito dichiarato che intende tornare al
più presto nel suo Paese.